Si verifica come conseguenza di un uso eccessivo e continuato del gomito, quindi in quei soggetti che, a causa di specifiche attività sportive o lavorative, ripetono frequentemente movimenti che interessano gomito, polso e mano e si trovano costretti a mantenere gomito e braccio in una posizione innaturale per un tempo prolungato. Per esempio chi svolge mansioni “da scrivania” e dunque lavora al computer per svariate ore al giorno, oppure i camerieri, o ancora i meccanici o gli sportivi.
Il dolore a livello del gomito è il sintomo cardine dell’epicondilite. Inizialmente è circoscritto al gomito, compare quando si compiono movimenti di estensione del polso o della mano contro una resistenza e tende ad aumentare se sollecitato attraverso movimenti che richiedono il coinvolgimento dei muscoli dell’avambraccio, se la malattia non viene curata, il dolore può irradiarsi lungo l’avambraccio e persistere anche a riposo.
La diagnosi è principalmente clinica tramite palpazione dell’epicondilo. Si avvale di test obiettivi specifici che se positivi indicano la presenza della patologia.
L’approccio terapeutico all’epicondilite è generalmente conservativo. Si avvale dell’utilizzo di:
- farmaci antinfiammatori,
- terapie fisioterapiche (come tecar e crioultrasuoni )
- stretching muscolare
È di cruciale importanza mantenere l’arto a riposo: per permettere che i trattamenti abbiano esito positivo, gomito e polso devono evitare tutti quei movimenti che provocano lo sforzo del tendine. Si può prevedere anche l’utilizzo di un tutore che blocca l’estensione del polso e delle dita della mano. Se queste terapie non riducono la sintomatologia dolorosa si esegue:
- terapia infiltrativa locale (con cortisonico)
- ozonoterapia intra e peri-tendinea
L’obiettivo di queste terapie è sia aumentare l’elasticità del tendine, sia migliorarne la vascolarizzazione. I due aspetti, infatti, sono strettamente correlati, e concorrono a condizionare la capacità di movimento del tendine e, dunque, il dolore provato dal paziente. Se non trattato adeguatamente questa patologia può diventare un disturbo altamente invalidante che impedisce il normale svolgimento delle attività quotidiane con un notevole impatto sulla qualità di vita dei pazienti.