Epifisiolisi dell'anca
E’ una patologia in cui si verifica lo scivolamento del nucleo epifisario di accrescimento della testa femorale sulla metafisi. si verifica più frequentemente nei maschi, tra i 10 e i 16 anni mentre nelle femmine tra i 10 e i 14 anni di età. nel 90% dei casi è unilaterale. Il meccanismo patologico va ricercato in una alterazione della cartilagine epifiso-metafisaria per cui sotto l’azione di un eccessivo peso corporeo l’epifisi si sposta in basso e indietro con comparsa di un varismo cervico-cefalico. Dunque il fattore costituzionale è fondamentale. Infatti generalmente si ha una maggiore incidenza della malattia in bambini obesi con caratteristiche di obesità ed ipogonadismo o in soggetti a rapida crescita con statura e peso maggiori rispetto all’età anagrafica.

DETTAGLI DELLA TERAPIA
METODO, TEMPI E RECUPERO
1) nella fase di pre epifisiolisi il quadro clinico è sfumato e vago, è presente un modesto dolore all’anca irradiato all’inguine e fino alla parte interna del ginocchio e scompare con il riposo, può essere associata una zoppia. A questo punto l’esame obiettivo generalmente è poco significativo. Più frequentemente il passaggio dalla pre-epifisiolisi alla epifisiolisi conclamata si verifica progressivamente ed in maniera insidiosa, si parla infatti di epifisiolisi cronica, quando la sintomatologia è insorta in un periodo > alle 3 settimane ,che rappresenta l’85% delle forme cliniche, l’anca è dolente, il dolore continuo, è presente zoppia, il paziente cammina con ausili e la muscolatura è ipotrofica , l’arto assume una posizione deforme in adduzione ed extrarotazione, si ha dolore durante l’intrarotazione e l’abduzione e flessione e l’arto risulta accorciato di 1-2 centimetri.
2) dopo questo stadio si ha la fase della epifisiolisi vera fissa in cui il dolore e lo spasmo muscolare scompaiono ma permane la zoppia, l’extrarotazione, l’adduzione e la riduzione dell’intrarotazione e dell’abduzione.
- Fissazione in situ: questa è la procedura utilizzata più spesso per i pazienti con SCFE stabile o lieve con vite canulata.
- Nelle forme instabili di epifisiolisi, che sono delle emergenze mediche al pari delle fratture del collo femorale, il paziente non è in grado di camminare. L’intervento è chirurgico e prevede una cauta riduzione, nel tentativo di portare lo scivolamento in sede ed una successiva fissazione interna con vite.
- Se la forma stabile non viene riconosciuta evolve nella forma cronica dove il collo durante la crescita si rimodella dando origine ad una coxa vara con severo accorciamento, rotazione fissa dell’anca all’esterno e zoppia. In questo caso se comunque è mantenuta una buona articolarità si esegue una fissazione della testa femorale nella posizione in cui si trova e successivamente a fine crescita si correggerà la deformità con un intervento di osteotomia correttiva.