Ernia del disco
E’ una patologia degenerativa che si verifica a livello dei dischi intervetebrali della colonna vertebrale. Si verifica come conseguenza della naturale degenerazione che si istaura con il passare dell’età o a causa del sovraccarico funzionale, per cui l’anello fibroso del disco intervetebrale si può rompere e parti del nucleo polposo centrale possono fuoriuscire nel canale spinale, erniandosi. I tratti più coinvolti da questa patologia sono il tratto cervicale compreso tra C4 e C5 e C6-C7 e il tratto lombare ovvero quello tra L4-L5, L5-S1 e L3-L4, ovvero i segmenti che hanno un grande range di movimento e che sono sottoposti ad alte forze di carico.

DETTAGLI DELLA TERAPIA
METODO, TEMPI E RECUPERO
PERCHE’ SI VERIFICA?
QUALI SONO I SINTOMI?
COME SI FA LA DIAGNOSI?
QUALE E’ IL TRATTAMENTO?
TRATTAMENTO CHIRURGICO
PERCHE’ SI VERIFICA?
L’Ernia del disco può essere il risultato non solo della degenerazione tessutale ma anche determinata da una combinazione di fattori auali l’obesità, la gravidanza, l’ipotonotrofia muscolare. Si può determinare anche per un movimento del tronco brusco o per sollevare pesi eccessivi.
Distinguiamo 4 gradi dell’ernia del disco:
- erniazione del nucleo (le fibre dell’anulus sono intatte)
- protusione discale (il nucleo polposo fa sporgere posteriormente le fibre dell’anulus)
- ernia estrusa (il nucleo fuoriesce dall’anulus ma rimane connesso)
- ernia espulsa (il nucleo è uscito dall’anulus con cui ha perso ogni rapporto)
QUALI SONO I SINTOMI?
Molti pazienti con ernia del disco non presentano alcun dolore. Altri, riferiscono una lombalgia oppure, quando il disco sporge dal margine vertebrale e schiaccia la radice nervosa a livello lombare, riferiscono dolore nel territorio di innervazione del nervo sciatico (sciatica).
Il dolore ed i più rari deficit muscolari corrispondono al livello dell’ernia discale e quindi al nervo compresso. Il dolore all’esordio può essere improvviso (colpo della strega), un dolore che blocca il paziente in flessione. Il dolore può essere anche una cruralgia, ovvero un dolore nella parte anteriore della coscia che indica la sofferenza della radice di L4.
Al dolore si possono associare delle parestesie e dei deficit sensitivi, delle iporiflessie e diminuzione della forza muscolare. La diminuzione della forza riguarda soprattutto i movimenti del piede e può essere verificata sollevandosi sui talloni o sulle punte.
La difficoltà o l’incapacità di sollevarsi sui talloni, indica un deficit dell’estensore lungo dell’alluce e delle dita (sofferenza di L5), mentre l’incapacità di sollevarsi sulle punte indica un deficit del tricipite surale (sofferenza di S1).
COME SI FA LA DIAGNOSI?
La diagnosi viene fatta integrando l’anamnesi con l’esame obiettivo clinico del paziente.
La presenza di sciatica viene verificata con la manovra di Laségue, che si esegue elevando la gamba estesa fino a provocare tensione e poi dolore nel territorio sciatico e risulta positivo nei casi di ernie L5-S1.
Il Laségue crociato (elevazione dell’arto non dolente) è positivo quando evoca dolore controlaterale indicando la presenza quasi certa di ernia. Per verificare la presenza di cruralgia si mette in tensione il nervo femorale, ossia col paziente prono (sdraiato sul ventre) si eleva la gamba. La pressione nelle aree algiche, lungo i punti paravertebrali e lungo il decorso dei nervi interessati (sciatico o femorale) causa od accentua il dolore.
Vengono fatte eseguire esami strumentali quali:
- Elettromiografia (consente anche di valutare il grado di compromissione della radice)
- Radiografia della colonna vertebrale
- RMN che mostra la posizione dell’ernia in rapporto allo spazio discale
QUALE E’ IL TRATTAMENTO?
Il trattamento conservativo è il primo approccio. Consiste nell’utilizzo di:
- farmaci antinfiammatori ed antidolorifici, compreso i cortisonici.
- riposo a letto per qualche giorno in modo da evitare sollecitazioni meccaniche sulla colonna nella fase acute di dolore
- superata la fase algica, nelle persone anziane ed in quelle iposteniche, è opportuno un periodo di fisioterapia per il rinforzo dei muscoli addominali e para-vertebrali così da dare maggiore solidità alla colonna e ridurre le sollecitazioni meccaniche sulla radice
- utilizziamo le infiltrazioni paravertebrali che attenuano la sintomatologia algica
- attualmente eseguiamo un ciclo di ozonoterapia infiltrativa locale che ha ottimi risultati nella regressione del dolore
TRATTAMENTO CHIRURGICO
Riservato per ernie estruse ed espulse prevede l’asportazione chirurgica dell’ernia.
Il dolore radicolare scompare subito dopo l’intervento. La regressione degli altri sintomi non sempre è così immediata ed avviene con gradualità: nei primi giorni scompaiono le parestesie e ritorna la sensibilità, poi migliorano i riflessi e da ultimo la motilità (anche più di sei mesi). I risultati statistici indicano la scomparsa del dolore radicolare in più dell’80% dei casi, mentre il dolore lombare ne risente meno favorevolmente.
Il recupero motorio è in genere buono (80%). La persistenza del dolore subito dopo l’intervento indica una decompressione radicolare insufficiente; viceversa la comparsa del dolore a 3-5 giorni dell’intervento è in genere dovuta ad una temporanea riaccensione del processo infiammatorio conseguente all’intervento e regredisce con terapia cortisonica.