Scoliosi Idiopatica giovanile
La scoliosi è una patologia caratterizzata da una deviazione laterale della colonna vertebrale associata alla rotazione dei corpi vertebrali. Per cui è una complessa deformazione tridimensionale accompagnata da una deformazione dei dischi intervertebrali e da retrazioni (accorciamenti) muscolo legamentosi. La scoliosi può essere secondaria a patologie tumorali, traumatiche, secondaria a patologie neuromuscolari o a malattie congenite. La forma più frequente è la SCOLIOSI IDIOPATICA, la cui causa è geneticamente determinata (mutazioni a carico del gene MATN1), si verifica in bambini in ottimo stato di salute.

DETTAGLI DELLA TERAPIA
METODO, TEMPI E RECUPERO
QUANTI TIPI DI SCOLIOSI ESISTONO
COME SI FA LA DIAGNOSI DI SCOLIOSI?
VALUTAZIONE RADIOGRAFICA
LA CURVA SCOLIOTICA PUO’ PEGGIORARE?
QUALE E’ LA TERAPIA DELLA SCOLIOSI?
TRATTAMENTO CONSERVATIVO
TRATTAMENTO CHIRURGICO
QUANTI TIPI DI SCOLIOSI ESISTONO
E’ possibile suddividerla in base all’età di insorgenza in scoliosi:
- infantile, quando si verifica dalla nascita sino ai 3 anni di età. E’ la forma più rara (1%) e si localizza a livello toracico. La maggior parte di queste deformità si risolvono spontaneamente ma un 15% progredisce in una curva con deformità più severa
- giovanile, compare dai 3 ai 10 anni di età, è più frequente nelle femmine e coinvolge il segmento toracico della colonna. I pazienti con questa scoliosi hanno un alto rischio di progredire in una forma più severa della mattia che può portare ad un trattamento chirurgico
- dell’adolescenza, compare tra i 10 fino ai 17 anni di età. La maggior parte di queste deformità iniziano nel periodo giovanile ma diventano visibili durante l’accrescimento dell’età puberale. Colpisce prevalentemente le femmine rispetto ai maschi con un rapporto di 9 a 1. Vi è un ampio grado di variabilità nella progressione della curva ed è molto difficile capire quali di questi pazienti avranno una più severa progressione della deformità.
COME SI FA LA DIAGNOSI DI SCOLIOSI?
La diagnosi inizia con un attenta anamnesi per valutare la familiarità, l’età di insorgenza e per le femmine l’inizio del menarca. Segue l’esame obiettivo fatto a paziente in piedi dove si può individuare già la deviazione vertebrale nel soggetto snello o quando la deviazione è notevole. Oltre ad apprezzare la cifosi e la lordosi, si valuta la deviazione dell’asse occipitale (mettendo il filo a piombo a livello occipitale si calco la la distanza del filo a piombo dalla piega interglutea). Allo stesso modo si valuta l’asimmetria dei triangoli di taglia, l’asimmetria dell’altezza delle spalle (sovente è più alta quella dal lato della convessità), l’asimmetria dell’interlinea mammaria.
Sempre con il paziente in piedi facendolo piegare in avanti si rileva la deviazione della scoliosi valutando la presenza del GIBBO COSTALE misurata con uno scoliometro.
A paziente sdraiato viene misurata la lunghezza degli arti inferiori per valutare l’eventuale differenza di lunghezza degli arti.
Sempre con il paziente in piedi facendolo piegare in avanti si rileva la deviazione della scoliosi valutando la presenza del GIBBO COSTALE misurata con uno scoliometro.
A paziente sdraiato viene misurata la lunghezza degli arti inferiori per valutare l’eventuale differenza di lunghezza degli arti.
VALUTAZIONE RADIOGRAFICA
Le radiografie devono essere fatte in piedi e devono evidenziare tutta la colonna vertebrale dall’occipite al bacino e in modo particolare le creste iliache per eseguire il test di Risser (la valutazione della maturità scheletrica). Viene eseguito un esame radiografico in flessione laterale o “bending test” dove il paziente è disteso con bacino fissato in posizione di equilibrio e dopo aver eseguito una lastra in questa posizione, il tronco viene inclinato al massimo a destra e poi a sinistra e in queste posizioni estreme si fanno due radiografie. Tramite la radiografia è possibile calcolare i gradi della curva scoliotica mediante la misurazione dell’angolo di COBB.
In seguito all’esame radiografico quindi si riesce a valutare le caratteristiche delle curve, ovvero la localizzazione della curva secondo Ponseti, se è a livello DORSALE, DORSO-LOMBARE, LOMBARE, SCOLIOSI A DOPPIA CURVA.
Si riesce a valutare la CONCAVITA’o la CONVESSITA’ della curva.
Le radiografie in bending ci fanno capire quale curva si MAGGIORE ovvero quale sia la curva strutturale e quale si la curva MINORE, ovvero la curva di compenso, quella non strutturale. La curva compensatoria si risolve quando la curva maggiore viene corretta.
LA CURVA SCOLIOTICA PUO’ PEGGIORARE?
Alcune curve scoliotiche possono progredire in delle forme più severe. Il rischio è connesso a:
- sesso del paziente: le femmine sono più a rischio
- la grandezza della curva: le curve più grandi hanno maggior rischio di progredire
- la localizzazione: le curve toraciche hanno il rischio maggiore
- l’età della curva: prima la curva appare più alto è il rischio di peggiorare
- la maturità scheletrica: più tardi scompaiono le cartilagini di accrescimento più alto è il rischio che la curva peggiori (test di Risser).
QUALE E’ LA TERAPIA DELLA SCOLIOSI?
In una piccola curva in assenza di anomalie estetiche o deformità toraciche si osserva l’eventuale progressione della curva facendo un esame radiografico ogni 6 mesi. Si fa eseguire al paziente la ginnastica posturale e l’attività fisica (nuoto, pallavolo, basket).
TRATTAMENTO CONSERVATIVO
Si utilizzano dei corsetti ortopedici, il cui fine è quello di impedire la PROGRESSIONE e quindi il peggioramento della curva. Si utilizzano i corsetti Milwaukee o il corsetto Boston. Per essere efficaci vanno tenuti dalle 16 alle 18 ore al giorno. Talvolta la compliance dei piccoli pazienti è scarsa, ma bisogna ampiamente spiegare al paziente e ai genitori che la riuscita del trattamento è strettamente collegato con il rigore con cui si osserva la prescrizione. Ogni 6 mesi viene eseguita una radiografia per monitorare la progressione della curva.
TRATTAMENTO CHIRURGICO
Quando il busto non riesce a bloccare la progressione della deformità è necessario ricorrere al trattamento chirurgico mediante l’artrodesi intervertebrale, il cui scopo è quello di dare una stabilità permanente alla colonna vertebrale una volta che il paziente ha raggiunto la maturità scheletrica. La moderna correzione chirurgica della scoliosi si basa sull’uso di barre in titanio che vengono fissate mediante viti alla colonna. II loro uso permette di ottenere una correzione immediatamente stabile per cui non è più necessario nella fase post-operatoria l’uso di busti gessati.